Nella Maremma toscana, tra la costa del Mediterraneo e le Colline Metallifere, ai piedi dell’antico borgo di Montemassi, si estende Rocca di Montemassi, una tenuta di 430 ettari — di cui 105 destinati alla viticoltura — acquisita dal gruppo Zonin1821 nel 1999. In questa terra assolata e temperata dalle brezze marine, i suoli ricchi di ferro e argilla danno vita a una viticoltura intensa e minerale, capace di esprimere vini dalla forte identità e dal carattere inconfondibile.
Abbiamo incontrato Alessandro Gallo, enologo piemontese e direttore della tenuta, per farci raccontare come questa azienda stia affrontando con visione le sfide della sostenibilità, con un modello agricolo che va ben oltre la produzione di vino.
“La nostra è una wine farm, non solo un’azienda agricola”.

“Mi chiamo Alessandro Gallo, sono un enologo originario del Piemonte — ci racconta —. Dopo le prime esperienze nella mia regione, ho iniziato a collaborare con il gruppo Zonin nel 2004 come enologo al Castello di Albola, nel Chianti. Dal 2016 ho assunto anche la direzione di Rocca di Montemassi, in Maremma. Sebbene entrambe le tenute si trovino in Toscana, sono molto diverse per suoli, clima e vocazione viticola.”
Una diversità che Alessandro Gallo ha saputo valorizzare, sfruttando la maggiore libertà enologica offerta rispetto al Chianti: «Qui c’é meno regolamentazione e possiamo spaziare di più nella scelta delle varietà e degli stili di vino. Coltiviamo soprattutto vitigni rossi internazionali come Cabernet, Merlot e Syrah, spesso vinificati in assemblaggio, accanto a una piccola quota di Sangiovese. Per i bianchi, puntiamo sul Vermentino, che si esprime molto bene in questo territorio, e sul Viognier.»
Sin da subito Alessandro Gallo ha puntato su un modello agricolo integrato, in cui le diverse attività della tenuta si sostengono a vicenda in un equilibrio virtuoso. “Dal 2016 abbiamo avviato la conversione al biologico, completata nel 2021. Ma la vera svolta è stata strutturare Rocca di Montemassi come una vera e propria wine farm: un sistema agricolo completo, dove si produce il piu’ possibile localmente e si riducono al minimo gli sprechi.”
Nel cuore della tenuta, infatti, convivono vigneti, oliveti, campi di grano, pascoli per vacche maremmane e un enoteca dove si possono fare degustazioni.
“L’obiettivo è creare un ecosistema agricolo, che favorisca la biodiversità e rigeneri le risorse del territorio. Le nostre fave, ad esempio, vengono utilizzate come colture interfilare nei vigneti: le seminiamo in autunno e le sovesciamo in primavera per arricchire il suolo. Il letame delle vacche diventa fertilizzante. Non usiamo fitosanitari di sintesi. È un ciclo chiuso, circolare, che coinvolge ogni parte della tenuta.”

La sostenibilità passa anche dalla tecnologia
L’innovazione e il digitale per la viticoltura di precisione
L’approccio sostenibile di Rocca di Montemassi passa anche dalla tecnologia. Alessandro Gallo ci racconta di alcune soluzioni all’avanguardia adottate in campo: “Abbiamo investito in atomizzatori a recupero che riducono le perdite di rame e zolfo durante i trattamenti. E dal 2018 utilizziamo il DSS Vintel per la gestione dell’irrigazione.”
“Abbiamo adottato Vintel perché ci aiuta a pianificare le irrigazioni in modo preciso e in base ai nostri obbiettivi enologici, riducendo l’impronta idrica della tenuta.”
Aggiunge:
«Grazie a Vintel possiamo prevedere lo stato idrico dei nostri vigneti: questo ci consente di usare l’acqua solo quando serve davvero, mantenendo la vite nelle condizioni ideali per dare il meglio.»
Un impegno trasparente e certificato
L’impatto positivo di tutte queste misure viene documentato ogni anno in modo trasparente e accessibile con un vero e proprio bilancio di sostenibilità certificante, pensato per il settore vitivinicolo. Dal 2018, infatti, Rocca di Montemassi aderisce al Bilancio di Sostenibilità Equalitas, che le permette di misurare, migliorare e comunicare in modo strutturato i risultati ottenuti e gli impegni futuri verso uno sviluppo sempre più sostenibile.
L’enoturismo come alleato dell’agroecologia

Accanto alla produzione, Rocca di Montemassi custodisce anche la memoria del territorio. All’interno della tenuta si trova il Museo della Civiltà Rurale, un’esposizione che ospita oltre 3.000 utensili legati al mondo rurale e alla vita contadina accompagnati da fotografie. Un omaggio ai butteri, i tradizionali mandriani della zona.
La wine farm diventa così un luogo dove il racconto e il coinvolgimento diventano parte integrante dell’esperienza : “L’enoteca e il museo fanno parte integrante della tenuta — ci racconta Alessandro Gallo —. Qui riusciamo a far capire ai visitatori cosa significa davvero fare vino in modo sostenibile e rispettando il territorio. L’enoturismo è un grande alleato della transizione verso un’agricoltura più ecologica, perché aiuta a creare valore sia culturale che economico, legato al territorio.”
Clima, mercato, competizione: la strategia di Rocca di Montemassi
Come molte aziende agricole italiane, anche Rocca di Montemassi si confronta con un contesto in continua evoluzione. “Il cambiamento climatico ci costringe ad adattarci, sia nella scelta dei vitigni che nella gestione agronomica. L’andamento delle precipitazioni cambia e le siccità diventano più frequenti: occorre agire e pianificare di conseguenza.”
Ma non è solo il clima a cambiare : “Anche il mercato sta vivendo un’era di incertezze: i consumatori sono più esigenti, e la concorrenza internazionale è fortissima. Per questo dobbiamo puntare su qualità, tipicità e innovazione. “
L’approccio adottato da Rocca di Montemassi é dunque quello di coniugare un’enologia di qualità con un’esperienza immersiva, in cui il vino non è solo una bevanda gradevole, ma diventa il riflesso di un territorio e l’espressione di scelte etiche e virtuose. Alessandro Gallo conclude :
“Oggi serve essere flessibili, usare gli strumenti giusti e gestire in modo intelligente, generando valore su piu’ fronti. Innovazione e sostenibilità sono la nostra strategia per durare“.
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